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Metalli / Maggio 2021

Tecniche wire

Che cosa sono le tecniche wire in bigiotteria?
Il termine wire in inglese significa “filo”: con l’espressione tecniche wire si fa perciò riferimento alle lavorazioni manuali del filo metallico per creare gioielli.

I fili metallici più usati nelle tecniche wire sono il filo di rame, il filo d’argento, il filo di alluminio, il filo di ottone, il filo di bronzo. Si può usare anche il filo d’acciaio, ma è meno utilizzato a causa della sua maggiore durezza.

In inglese esistono espressioni più precise che distinguono almeno due tipi di lavorazione: wire wrapping e wire weaving. Il primo tipo di lavorazione (wire wrapping = “avvolgimento del filo”) prevede l’avvolgimento del filo metallico su se stesso o intorno ad altri fili o componenti, con scopo puramente decorativo o al fine di incastonare delle pietre.

Il secondo tipo di lavorazione (wire weaving = “tessitura del filo”) prevede invece una sorta di tessitura, a creare onde di filo metallico sottile che vanno a legare insieme fili di sostegno, di diametro solitamente maggiore, in tutto simili a una trama e a un ordito.

Wire weaving
Cuore di fili di rame con tecnica wire weaving

Con queste tecniche si possono confezionare sia gioielli finiti, sia componenti o vere e proprie perle, o separatori, realizzati interamente col filo metallico, avvolto su se stesso manualmente o con l’utilizzo di appositi strumenti.

Cosa serve per creare un gioiello con una tecnica wire?

Il filo metallico

Il primo “ingrediente” sono ovviamente i fili metallici, che vanno scelti in funzione del colore, dello spessore, della durezza e della preziosità dell’oggetto che si vuole realizzare.

Se dovessimo fare una scala di durezza e quindi di malleabilità nella lavorazione, i più teneri sono i fili di alluminio, seguiti a distanza dai fili di argento, da fili di rame, dai fili di ottone e poi dai fili di bronzo. In ultimo stanno i fili di acciaio, i più duri di tutti da lavorare.

In genere si distingue fra fili “portanti”, più rigidi, più spessi, che andranno a costituire la struttura del gioiello, e fili di trama, che vanno tessuti intorno ai fili portanti. I fili portanti devono avere uno spessore di almeno 0,8 mm (purché non siano di alluminio, che necessita di uno spessore superiore), e spesso arrivano anche a 1 o 1,5 mm. I fili di trama sono invece necessariamente più sottili e malleabili, per cui si opterà per spessori da 0,3 a 0,6 mm per la maggior parte dei metalli, fatta eccezione per l’alluminio che richiede spessori i 0,8 – 1mm.

Le pinze

Per tutte le tecniche wire si utilizzano le tre pinze base per bigiotteria: pinze a punta conica (alcuni le chiamano a punta tonda), pinze a punte piatte e lisce (dritte o curve che siano) e tronchesi. Le pinze coniche servono per creare asole e occhielli e per fare piccoli arrotolamenti di filo. Le pinze piatte servono per afferrare, stringere, schiacciare, piegare il filo. I tronchesi servono ovviamente a tagliare il filo.

Esistono pinze adatte a funzioni più specifiche. La pinza per loop permette di riprodurre anelli e spirali di diametro costante, tutti perfettamente uguali fra loro. La pinza con le punte di nylon consente di “stirare” un filo che si sia eventualmente piegato o ondulato. Anche la pinza foratrice può essere utile in particolari lavorazioni che prevedono l’appiattimento di un filo di grosso spessore e la realizzazione di un foro sulla parte appiattita per agganciarvi un anellino di congiunzione.

Martello e incudine

L’uso di un martello e dell’incudine è previsto in quelle tecniche che prevedono l’appiattimento del filo, in genere di grosso spessore, a scopi estetici e per conferirgli maggiore rigidità. Un martello con una testa piatta servirà appunto ad appiattire il filo, mentre un martello da embossing o da texture darà al filo particolari effetti estetici puntinati o rigati. Un martello con la testa in nylon permetterà di martellare più morbidamente in punti particolarmente delicati.

L’incudine serve come supporto su cui martellare. Un’incudine con la superficie in acciaio perfettamente liscia e lucida trasmetterà le stesse caratteristiche di levigatura e brillantezza alla parte inferiore del filo, quella che poggia direttamente sull’incidine al momento della martellatura.

Twister e altri attrezzi per tecniche wire

I twister sono attrezzi che permettono di arrotolare il filo a formare lunghe molle o spirali. Il “principe” di questi attrezzi è il Coiling Gizmo, che comprende una serie di manovelle con apposito supporto che consentono di avvolgere il filo metallico a formare lunghe spirali di diversi diametri.

Il Wire Twister è molto comodo per creare dei “cordoni” di filo metallico ritorto.

I mandrini servono invece per sagomare fili rigidi e spessi in forme particolari: cerchi soprattutto, ma anche ovali, triangoli, quadrati o rombi.

Le lime

Le lime servono soprattutto per smussare le estremità dei fili in modo che non abbiamo punti taglienti, oppure per smussare i bordi del filo dopo averlo martellato. Si usano normali lime piatte, oppure, molto comodo e specifico, è il “Round your wire”, un utensile apposito per arrotondare le estremità dei fili metallici.
Un altro strumento molto utile è la mattonella abrasiva, dotata di superfici di carta vetrata finissima, che, oltre a fare limature fini, consente di levigare e lucidare le superfici del filo metallico.

Commenti (5)

Annunziata ha detto:

Tutto molto interessante mi piacciono

Deborah ha detto:

Fantastico!!

Amalia ha detto:

Ciao, realizzo da poco anelli con fili di alluminio ma mi sono accorta che a volte si deformano, ad esempio quando l’anello urta contro qualcosa. Il filo che ho usato è quello di 1 mm. Cosa mi consigli di fare? Grazie in anticipo.

Andrea Pallotti ha detto:

Ciao. Il filo di alluminio è molto morbido (perlomeno rispetto agli altri metalli), per cui ha bisogno di più struttura: o si usa un filo di spessore superiore (1,5 o 2 o 2,5mm), martellandolo pure, oppure il filo da 1,0mm deve essere avvolto più volte e martellato.

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